Come l'AI può sistemare definitivamente i social media... o l'esatto opposto

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© sdecoret/Shutterstock

Nonostante molti di noi abbiano giurato di evitare Facebook, anche a seguito di molteplici perdite di dati e scandali sulla privacy, l'uso dei social network in generale non è diminuito. Circa 2,7 miliardi di persone hanno almeno un profilo social e si prevede che queste cifre crescano. Non si tratta solo di esseri umani che scorrono tra tweet e post di Facebook, l'intelligenza artificiale è già presente su più piattaforme e i suoi ruoli si stanno espandendo. Nel bene o nel male.

I social media possono essere immensamente potenti, il loro ruolo negli eventi globali non può più essere negato. Dall'inizio degli anni '50 li abbiamo visti utilizzati come strumento per l'attivismo e la resistenza civile, aiutando ad organizzare proteste e rivoluzioni come quella del 25 gennaio in Egitto. È stata una piattaforma per il citizen journalism e, naturalmente, un modo per entrare in contatto con le persone in tutto il mondo. Abbiamo anche visto, tuttavia, che sono stati utilizzati per la propaganda e come piattaforma per discorsi di odio e disinformazione. Per questo motivo, mentre l'intelligenza artificiale continua ad evolversi e la sua presenza sui social media cresce, dobbiamo essere consapevoli della direzione verso cui viene diretta.

Un valido aiuto

Almeno una volta nella vita ci siamo tutti imbattuti in uno dei cosiddetti troll o in contenuti altamente offensivi. Non c'è da stupirsi quindi che i social media siano spesso etichettati come uno spazio tossico e deprimente. Come molti altri, credo che alcune persone si sentano semplicemente autorizzate dall'anonimato o dalla mancanza di conseguenze online, il che li porta a comportarsi in modo terribile. Naturalmente, aziende come Twitter sono responsabili della moderazione di tali contenuti ma non li biasimo quando le cose sfuggono di mano. La quantità di contenuti pubblicati su questi siti web ogni giorno è immensa. Secondo le statistiche di Internet Live Stats, in media, circa 6000 tweet sono pubblicati ogni secondo.

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L'intelligenza artificiale potrebbe aiutare a moderare i post sui social media. / © Phonlamai Photo/Shutterstock

È qui che entra in gioco l'intelligenza artificiale. A mio parere, un'AI ben addestrata potrebbe essere di grande aiuto, specialmente se è progettata per assistere i moderatori umani. L'intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati in modo incredibilmente rapido e identificare potenziali chiamate alla violenza e altri contenuti illegali o discutibili. I moderatori umani possono quindi scegliere quali azioni intraprendere in risposta.

Ci sono già stati tentativi simili, i ricercatori della Cornell University hanno sviluppato un bot che aveva il compito di anticipare quando una conversazione normale sarebbe potuta diventare tossica. Ha funzionato peggio degli esseri umani, ottenendo solo il 65% dei successi rispetto al 72% della concorrenza "organica". Ad ogni modo, con il migliorare della tecnologia, soprattutto se esiste collaborazione tra uomo e macchina, i risultati potrebbero essere fenomenali. Naturalmente ci sono preoccupazioni riguardo all'uso della tecnologia per scopi "malvagi" ma questo vale per qualsiasi nuova tecnologia.

Ritengo inoltre che l'intelligenza artificiale potrebbe potenzialmente aiutare a combattere le fake news attraverso la scansione dei dati online e il controllo dei fatti. Purtroppo le sue prestazioni dipendono da come viene addestrata e non è raro che gli esseri umani trasmettano i loro pregiudizi all'AI. Personalmente penso che potrebbe essere un po' troppo presto per vedere l'IA in azione in questo campo ma col passare del tempo potrebbe avere un ruolo positivo.

Una disfatta annunciata?

Man mano che le piattaforme social sono maturate, si sono trasformate da siti web dove le persone pubblicano i propri dati a spazi che aggregano enormi quantità di dati su ogni singola azione e preferenza degli utenti. L'intelligenza artificiale ha solo contribuito ad accelerare questo processo. A cosa servono i dati raccolti? Innanzitutto per personalizzare ciò che vedete sui vostri newsfeed e negli annunci pubblicitari.

Secondo MarTech Advisor, Twitter sta lavorando, ad esempio, ad un algoritmo di apprendimento automatico che classifica ogni tweet. "L'idea è quella di fornire contenuti a cui le persone sono più interessate in cima alla loro timeline. Questo potrebbe cambiare significativamente il modo in cui le persone attualmente trovano i tweet all'interno del formato cronologico della timeline". Anche Facebook sta presumibilmente utilizzando l'intelligenza artificiale nei suoi newsfeed.

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Facebook non ha mai avuto un'ottima reputazione riguardo all'uso dei dati degli utenti. / © MichaelJayBerlin/Shutterstock

Anche se fornire contenuti rilevanti è fantastico, a mio parere, ci sono potenziali problemi con la personalizzazione a tale livello. Può isolare le persone in bolle, dove le loro opinioni sono costantemente affermate. La narrazione può poi diventare estremamente tossica, come abbiamo già visto con i sottoforum Reddit simili a Fat People Hate. Può anche portare le aziende che trattano i social media a vendere ancora di più i vostri dati, siccome gli inserzionisti insistono su annunci ultra personalizzati.

Questi non sono gli unici problemi. Le comunità online isolate sono spesso più facili da manipolare, a condizione che siano alimentate con informazioni che si allineano con le loro pre-esistenti visioni del mondo. A mio parere è salutare confrontarsi con le opinioni divergenti dalla propria.

Purtroppo l'intelligenza artificiale potrà rendere la situazione sempre più difficile in futuro. Clint Watts, un ricercatore del Foreign Policy Research Institute, scrive sul Washington Post discutendo le capacità dell'AI nella manipolazione degli elettori: "Ogni "mi piace", retweet, share e post su tutte le piattaforme di social media saranno fusi e abbinati a cronologie di acquisto, rapporti di credito, curricula professionali e abbonamenti. I dati dei fitness tracker combinati con l'attività dei social media forniscono una notevole finestra sul momento in cui un elettore mirato potrebbe essere più vulnerabile all'influenza, maturo per il messaggio giusto o per un particolare tipo di messaggio".

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Anche se Twitter è stato criticato meno di Facebook, ha i suoi problemi. / © mkhmarketing, Flickr

Questo, combinato con la capacità di creare i cosiddetti "deep-fake" con l'AI, può avere conseguenze disastrose per la democrazia e la società. E se l'intelligenza artificiale viene lasciata senza supervisione, la censura, accidentale o intenzionale, potrebbe esasperare ulteriormente un problema. C'è però ancora speranza. Alla fine, il risultato di questo incontro tra i social media e l'AI sarà nelle mani dell'uomo, l'intelligenza artificiale oggi non è Skynet, la controlliamo ancora. Ciò significa che i suoi usi possono essere studiati, modificati e regolamentati. Possiamo solo sperare di fare le scelte giuste.

Cosa ne pensate del rapporto tra AI e social media? Condividete i vostri pensieri nei commenti.

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