Sì, Amazon in futuro fallirà ma non è un male

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Jeff Bezos si trova in questi giorni ad affrontare all'interno della sua azienda un’importante situazione di panico creata da… lui stesso! Il CEO di Amazon ha infatti dichiarato espressamente ad un suo dipendente che il colosso del commercio elettronico potrebbe fallire da un momento all'altro. Siete rimasti sconvolti? Andiamo con calma e analizziamo il tutto...

Durante una riunione svoltasi a Seattle, un dipendente ha chiesto a Jeff Bezos quale sarebbe stato il futuro di Amazon. In particolare, l’uomo voleva sapere quali lezioni Bezos avesse imparato dai suoi fallimenti precedenti e da quelli di altri grandi rivenditori. Causando non poco stupore, la risposta del CEO è stata la seguente: "Amazon non è troppo grande per fallire. Infatti, prevedo che un giorno Amazon fallirà. Andrà in bancarotta. Se si guardano le grandi aziende, la loro durata di vita tende ad essere di circa 30 anni, non cento anni".

Bezos vuole che la sua azienda riesca semplicemente a rimandare il più possibile il declino con un unico obiettivo: concentrarsi esclusivamente sui clienti invece che sulla compagnia, cosa che darebbe inizio alla fine dell’impero. Ciò che ha sconvolto tutti è il fatto che tale commento sia arrivato in un momento di enorme successo senza precedenti per Amazon, la quale non fa altro che segnare una continua crescita nel business retail, ma anche nel mercato del cloud computing e nella smart home in seguito dell’adozione del suo assistente vocale Alexa.

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Jeff Bezos, CEO di Amazon, ha di nuovo sconvolto i suoi dipendenti. / © lev radin / Shutterstock.com

Pazzia? No, pura verità!

Sapete che vi dico? Bezos ha perfettamente ragione. La maggior parte delle persone non la penserà così, ma si tratta di un banalissimo errore che si commette spesso e volentieri. Vi starete chiedendo “come si fa a pensare al fallimento quando tutto sta andando fin troppo bene?”. Ebbene, è proprio in quei momenti che bisogna preoccuparsi, soprattutto quando si tratta di un colosso come Amazon. Il suo ritmo di espansione è sempre maggiore di anno in anno, basti pensare che, soltanto negli ultimi otto anni, la sua forza lavoro è cresciuta di oltre venti volte, superando i 600 mila dipendenti e quadruplicando la sua quotazione in borsa.

Oltretutto non è mica la prima volta che Bezos affronta la questione delle dimensioni della sua azienda con i dipendenti. Già a marzo, in un altro incontro, lui stesso dichiarò che una grande azienda come Amazon ha necessariamente bisogno di essere strettamente regolamentata a causa del suo notevole potere di mercato e della sua influenza.

Non si tratta di un ragionamento sbagliato: aziende come quella di Bezos farebbero bene a collaborare con gli enti governativi il più possibile, cercando di trovare ogni punto di incontro possibile in materia di regolamentazione del mercato, onde evitare violazioni delle normative antitrust.

Continuamente sotto indagine

Proprio pochi giorni fa, il presidente Trump ha dichiarato che la sua amministrazione sta esaminando le possibili violazioni antitrust da parte di Amazon. Nel frattempo, anche Europa e Giappone indagano su una possibile violazione dei dati dei commercianti. Non una bella situazione diciamo.

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La famiglia dei dispositivi Echo, disponibile in Italia dal mese scorso. / © NextPit

Questo perché la grande influenza del colosso americano ha portato l’azienda ad ottenere negli USA quasi una situazione di monopolio. Pensate che soltanto quest’anno, ben il 48% di tutte le vendite online negli Stati Uniti sono state effettuate su Amazon. Per non parlare del suo ottimo servizio AWS (Amazon Web Service), di gran lunga il leader nelle infrastrutture di cloud computing, che ha catturato circa il 34% del mercato statunitense.

Bezos ci tiene anche a sottolineare che è importante distinguere la storia di Amazon rispetto a quella di altri giganti tecnologici. Amazon ha un’ottima storia da raccontare perché sta migliorando la vita dei clienti, senza contare il fatto che il suo modello di business è completamente diverso da quello dei suoi “colleghi”. Dopotutto, Facebook non è Google, Apple non è Amazon. Fare la guerra ad aziende così grandi e ben focalizzate non ha alcun senso.

Bisogna fallire per capire

Gli errori sono quelli da cui proviene l'apprendimento, il quale è uno strumento necessario per la crescita. Vivere in totale tranquillità con la possibilità di fallire è un elemento chiave per il successo dilagante di Amazon. Fallimento e innovazione sono gemelli inseparabili e, nel caso di un’azienda così importante come quella di Bezos, un fallimento porterebbe a muovere non poco l’ago della bilancia. Avere una cultura del fallimento non è solo un percorso di crescita, ma aiuta a mantenere un’azienda a galla ad un livello costante.

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Il modello di business di Amazon non ha mai prodotto profitti per diversi anni. / © Nicolas Colan, The Family

Purtroppo la società ci ha sempre insegnato una visione incredibilmente negativa del fallimento, ma la realtà dimostra che talvolta se si fallisce, si diventa una persona di maggior successo. Il fallimento crea umiltà perché gli errori ti ricordano che, anche se sai tante cose, hai sempre tanto da imparare, quindi li reputo una fonte primaria di saggezza.

Il vero fallimento si ottiene quando non si impara niente. Bisogna sempre commettere nuovi errori, mai gli stessi, altrimenti non si imparerà mai. Come recita il saggio Maestro Yoda in Star Wars - Gli Ultimi Jedi: “Il più grande maestro il fallimento è”.

Pensate che un gigante come Amazon possa fallire facilmente? Come reagireste ad una notizia simile?

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