OPPO O-Free: c'è mancato poco!

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OPPO ha presentato i suoi nuovi auricolari true wireless chiamati O-Free a seguito dell'evento di Parigi in cui è stato lanciato Find X. Le cuffie sono arrivate in redazione nella confezione del costoso Find X Automobili Lamborghini e abbiamo colto al volo l'occasione per spendere del tempo in loro compagnia.

OPPO O-Free

Pro

  • True wireless
  • Case da trasporto e ricarica compatto
  • Basso consumo
  • Google Assistant

Contro

  • Tendenza a cadere dall'orecchio
  • Connessione allo smartphone non affidabile
  • Gesture scomode
  • Materiali economici
  • Design "particolare"
OPPO O-Free: Tutte le offerte

True wireless economiche, in Cina

Le OPPO O-Free sono disponibili all'acquisto in Cina ad un prezzo di 699 Yuan (circa 90 euro) in colorazione nero-blu o nero-viola, colorazioni che richiamano le versioni standard di Find X. La versione in nostro possesso marchiata Automobili Lamborghini è esclusiva in bundle con lo smartphone per 1699 euro.

 

Un design unico, nel bene e nel male

La versione Lamborghini in nostro possesso delle O-Free è perfettamente riconoscibile già osservando il case per il trasporto chiuso, si può vedere il marchio dell'azienda produttrice di supercar al centro del coperchio in colorazione oro. Il resto del case è completamente nero lucido a parte una piccola cornice dorata dove la confezione si apre e la cerniera in plastica che tiene assieme il tutto. Più di qualche volta ho avuto paura che questa piccola e fragile cerniera si rompesse.

La colorazione lucida è elegante ma si riempie facilmente di ditate, inoltre la plastica utilizzata al tatto sembra davvero a buon mercato. Sul retro è presente una presa USB Tipo-C mentre nella parte frontale troviamo un LED che indica lo stato di ricarica. Il coperchio è mantenuto chiuso da un magnete.

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Una confezione che non passa inosservata grazie al logo Lamborghini. / © NextPit

Aprendo il case troviamo gli auricolari in bella vista assieme ad uno speaker minuscolo, un LED e un pulsante allineati al centro. Il pulsante serve ad accoppiare gli auricolari con gli smartphone non OPPO, il LED indica lo stato delle cuffie (accoppiamento, collegate o spente) mentre il minuscolo speaker serve per sfruttare una tecnologia di prossimità già sperimentata da Google con la funzione nearby. Lo speaker emette un suono non udibile dall'orecchio umano che permetterà l'accoppiamento immediato con i dispositivi dotati di ColorOS 5.1 o superiore in stile Apple AirPods e Google Pixel Buds.

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I magneti manterranno le O-Free al sicuro. / © NextPit

Le O-Free sono mantenute all'interno del case da dei magneti e sono costantemente in carica e spente. Una volta rimosse dalla scatolina si accendono e connettono allo smartphone. La costruzione degli auricolari mi ha sorpreso, purtroppo in modo negativo: la plastica utilizzata è simile a quella del case e in mano sembrano davvero degli auricolari economici.

Carina la finitura in carbonio che richiama quella dello smartphone ma personalmente non vado matto del design allungato e della plastica lucida: citando il mio collega Basti "sembra di avere dei grossi orecchini preziosi all'orecchio" il che può essere un punto a favore o a sfavore in base a chi lo si domanda. Secondo me questo design fa perdere agli O-Free parecchi punti.

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Le O-Free sono più orientate ad un pubblico femminile, se lo chiedete a me. / © NextPit

Un sistema a gesture totalmente da rivedere

Il controllo della musica tramite le cuffie avviene tramite delle gesture touch. Un doppio tocco sulla cuffia destra salterà alla canzone successiva, un doppio tap sulla sinistra e tornerete indietro. L'unico modo di mettere in pausa è quello di togliere uno degli auricolari. Questo è forse il sistema di controllo musicale più scomodo io abbia avuto modo di provare negli ultimi anni.

Per prima cosa questo sistema impedisce di utilizzare un singolo auricolare in quanto togliendone uno dei due la musica verrà messa in pausa anche nell'altro. Per continuare, anche facendo ripartire manualmente la musica con un solo auricolare nell'orecchio è impossibile muoversi tra le tracce liberamente in quanto una delle due gesture (traccia precedente o traccia successiva) verrà a mancare non essendoci l'auricolare preposto. Inoltre anche con entrambi gli auricolari a volte è impossibile cambiare traccia facilmente se si ha una delle due mani occupate, ad esempio con una borsa della spesa. Un vero disastro.

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Le gesture sembrano ben pensate fino a quando non le si usa... / © NextPit

Una gestione confusa

L'accoppiamento e la gestione delle O-Free si sono rivelati un vero trauma. Collegare via Bluetooth le cuffie ad uno smartphone OPPO è facile, quando la procedura va a buon fine. In un modo simile alle Apple AirPods all'apertura del case per il trasporto sullo smartphone comparirà un popup con il livello di carica della batteria del case e delle singole cuffie.

Il collegamento da li in poi dovrebbe essere semplice ed immediato ma spesso e volentieri mi è capitato che uno dei due auricolari non emettesse alcun tipo di suono o si scaricasse nonostante la batteria indicata dal software fosse ancora più che sufficiente a circa un'ora di ascolto.

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Le O-Free non hanno un'app dedicata. / © NextPit

Il collegamento ad uno smartphone non OPPO è ancora più complesso. Tenendo premuto il pulsante all'interno del case le cuffie dovrebbero diventare visibili ai dispositivi nelle vicinanze per permettere l'accoppiamento. Purtroppo nonostante molti tentativi la procedura non è mai andata a buon fine e sono stato spesso costretto a resettare gli auricolari per poterli utilizzare con smartphone di brand diversi.

Vi interesserà sapere che dopo i primi reset degli auricolari il mio OPPO Find X Lamborghini ha sempre fatto fatica a riconoscere le O-Free costringendomi ad ulteriori reset. Di certo questo è un problema risolvibile con un aggiornamento software al firmware delle O-Free, cosa possibile solo se possedete uno smartphone della casa cinese perché al momento non esiste un'applicazione dedicata alla gestione delle cuffie. OPPO doveva e poteva metterci più cura lato software .

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Le O-Free si ricaricano quando riposte grazie ai pin metallici che potete vedere in foto. / © NextPit

Pochi bassi ma una buona qualità

Ciò che mi ha stupito positivamente è invece la qualità audio . Non sono un fan degli auricolari non in-ear (o senza gommini per capirci) ma queste O-Free suonano esattamente come ci si aspetta. I medi sono predominanti e per la maggior parte dei generi musicali riescono a soddisfare. I bassi non sono potenti, non aspettatevi di godere al meglio dei vostri album EDM o Drum and Bass, ma sono in linea con altri prodotti che utilizzano lo stesso design.

Purtroppo non c'è nessuna cancellazione del rumore presente e l'ambiente circostante ha libero accesso al nostro udito: questo potrebbe disturbare qualcuno ma potrebbe essere un punto a favore per altri che preferiscono essere consapevoli di ciò che succede nei paraggi.

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Un'esperienza premium...più o meno. / © NextPit

Un chip Qualcomm tutto nuovo

A mantenere bassa la latenza audio e a connettere gli auricolari tra loro ed allo smartphone, ci pensa il SoC Qualcomm QCC3026. Il chip permette alle O-Free di vantare una durata della batteria vicina alle quattro ore (ovvero il valore dichiarato dall'azienda) con altre 12 ore disponibili grazie al case di ricarica. Tale chip dovrebbe permettere anche un collegamento più rapido, veloce e affidabile tra auricolari e smartphone ma non mi è sembrato questo il caso.

Devo ammettere che spesso, come già accennato prima, sono stato sorpreso dallo spegnimento di uno degli auricolari nonostante il livello di batteria indicato dallo smartphone fosse di poco inferiore al 20%. Nonostante tutto le ore di ascolto complessive si sono comunque attestate sempre attorno alle 4 ore dichiarate il che è un punto a favore per le O-Free.

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Non le i più piccoli auricolari true wireless che ho avuto modo di provare. / © NextPit

La ricarica degli auricolari avviene tramite il case per il trasporto che a sua volta si ricarica tramite la porta USB Tipo-C sul retro. Finalmente, non se ne poteva più delle Micro USB su questo tipo di prodotti, anche se purtroppo ho notato che le O-Free non si ricaricano se collegate ad un caricatore con standard Power Delivery. Tutto regolare, invece, utilizzando caricatori VOOC o Quick Charge.

Un prodotto di nicchia in un mercato di nicchia

Le O-Free sono certamente un prodotto interessante. Il fatto che siano incluse nella confezione di uno smartphone così costoso come il Find X Automobili Lamborghini fa piacere e la qualità del suono è di certo più che buona per l'utenza mainstream. La durata della batteria è buona e sono sempre cariche e pronte all'uso quando ce n'è bisogno.

Non posso dirmi altrettanto soddisfatto della qualità costruttiva e dei materiali utilizzati. Non potete immaginare quante volte ho afferrato al volo una delle O-Free mentre mi stava cadendo dall'orecchio al grido di "C'è mancato poco!". Inoltre la gestione software è quantomeno problematica e spero OPPO voglia rilasciare un'app dedicata e permetta la personalizzazione delle gesture terribilmente scomode configurate come lo sono al momento.

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Tutto sommato un posto nella tasca della giacca possono tranquillamente trovarlo. / © NextPit

Vale la pena spendere 90 euro circa per questo prodotto? Se fossero disponibili all'acquisto sul mercato italiano con garanzia e supporto, sicuramente. Dovendo importare le O-Free dalla Cina da degli importatori non ne sono più così sicuro.

Dovreste valutare Find X Lamborghini invece della versione base per ottenere anche le cuffie? No, in nessun caso. Ci sono molte motivazioni per cui potreste considerare l'acquisto della versione premium di Find X come la maggiore memoria o la ricarica rapida. Le O-Free sono un ottimo contorno al pacchetto offerto da OPPO con il suo top di gamma ma non dovrebbero essere decisive nella vostra scelta finale.

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