I Google Pixel 2 hanno la migliore fotocamera ma Google ha ancora degli assi nella manica

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© Google

Ormai sarete anche stufi di leggere notizie riguardanti la fotocamera dei Google Pixel 2 che ha ricevuto il punteggio più alto nei test di DxOMark sbaragliando la concorrenza. La cosa interessante è il fatto che Google nasconde all'interno dei suoi nuovi smartphone dell'hardware ancora inutilizzato e lasciato dormiente che, una volta risvegliato, potrebbe alzare ancora l'asticella. In questo articolo parleremo delle tecnologie utilizzate da Google per migliorare la vostra esperienza fotografica.

Non è la prima volta che Google migliora le performance dei suoi smartphone utilizzando del software scritto ad hoc e basta guardare i risultati ottenuti con la fotocamera dei primi Pixel per capirlo. Questa volta si è spinta oltre e, invece di limitarsi al miglioramento del codice alla base della propria fotocamera, ha inserito un intero coprocessore affiancato allo Snapdragon 835 interamente progettato in casa chiamato Pixel Visual Core.

Google non è nuova alla progettazione di hardware dedicato, come già si era visto durante la presentazione degli ultimi Nexus. Aveva inserito un co-processore chiamato Sensor Hub in grado di elaborare le informazioni dei sensori e migliorare il riconoscimento dei movimenti dello smartphone (e di conseguenza di chi lo utilizza). Ora l'attenzione si è spostata sul comparto fotografico ed il Pixel Visual Core rappresenta un'evoluzione della fotografia computazionale con un connubio hardware e software che promette scintille.

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Il Pixel Visual Core in tutto il suo splendore. / © Google

Questo chip è composto da un nucleo Cortex-A53 affiancato a della RAM LPDDR4 e delle linee PCI per lo scambio dati veloce con il resto dell'hardware. Ad affiancare questo singolo core troviamo ben 8 IPU (Image Processing Unit), ognuna con 512 ALU (Arithmetic Logic Unit). Queste IPU sono incredibilmente potenti e sono in grado di eseguire 3 trilioni di operazioni al secondo ognuna. Possiamo pensare questo chip come un'implementazione particolare di NPU dedicata al comparto fotografico.

Questa tecnologia presente su tutti i Pixel 2 in commercio verrà abilitata solo con la beta di Android Oreo 8.1

L'architettura di questo chip gli permette di garantire un HDR+ cinque volte più veloce e consumando un decimo dell'energia rispetto al processore principale (in questo caso lo Snapdragon 835 di Qualcomm). Il Pixel Visual Core ha una struttura davvero particolare e la programmazione per questo processore non è facile. Viene utilizzato un mix tra il linguaggio Halide per il processo delle immagini e di Tensor Flow Mobile per il machine learning. Il tutto viene dato in pasto ad un compilatore creato appositamente da Google per ottimizzare il software per girare al meglio su questo chip.

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Entrambe le foto sono scattate con un Pixel 2 con una fotocamera di terze parti. A sinistra la foto normale, a destra la foto con la modalità HDR+ sul Pixel Visual Core. / © Google

La cosa più interessante è che nemmeno Google sta ancora sfruttando questa tecnologia presente su tutti i Pixel 2 in commercio e verrà abilitata solo con la beta di Android Oreo 8.1 (MR1) che verrà rilasciata nelle prossime settimane. Verrà ovviamente migliorata sempre di più e a detta di Google l'utilizzo del Pixel Visual Core per l'HDR+ è solo l'inizio. Lo scopo è aprire questo core allo sviluppo di applicazioni di terze parti tramite le API della fotocamera ma questo avverrà gradualmente nel prossimo futuro.

La presenza di un chip dedicato a questo scopo è solo una delle implementazioni che i vari produttori stanno tentando quest'anno. Huawei ha inserito una NPU nel suo Kirin 970 che viene sfruttata nella fotografia, ma non solo. Anche Apple ha scelto un approccio simile con il suo Apple A11 bionic e la sua NPU general purpose a cui possono essere passati vari pezzi di codice da eseguire velocemente. Il futuro degli smartphone non è più nel semplice hardware ma nella migliore integrazione e il più efficiente uso dell'intelligenza artificiale.

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Il Kirin 970 del nuovo Huawei Mate 10 Pro dispone di una NPU utilizzata anche dalla fotocamera. Vedremo come si comporterà nei nostri test. / © NextPit

A differenza degli altri, Google ha però deciso di dedicare il proprio chip alla fotografia e per ora nessun altro utilizzo è pianificato anche se le cose potrebbero cambiare in futuro. Staremo a vedere cosa succederà al rilascio di Android 8.1 e se davvero si noterà la differenza nei risultati fotografici, nella velocità di scatto e nel consumo energetico.

Il nuovo limite di questi chip dedicati è la sola immaginazione e gli usi possono essere tra i più disparati

I giochi si fanno nuovamente interessanti e questa differenziazione di utilizzi rende la competizione di nuovo stimolante in un mercato che ormai vedeva l'arrivo di smartphone tutti uguali e con nessuna funzione più davvero innovativa. Il nuovo limite di questi chip dedicati è la sola immaginazione e gli usi possono essere tra i più disparati. Ogni produttore sta facendo la sua personale scommessa e solo il futuro saprà dirci chi ha puntato sul cavallo migliore.

Trovate anche voi che finalmente le cose si stiano di nuovo facendo interessanti nel mercato dei top di gamma oppure trovate queste soluzioni solamente delle scelte di marketing? Fatemi sapere la vostra opinione nei commenti.

Fonte: Blog Google

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