Google indaga: i lettori di impronte ottici potrebbero non essere sicuri

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© Oppo

La gara per la produzione dello smartphone con il maggior rapporto schermo/superficie ha portato ad un incredibile balzo in avanti per molte delle tecnologie incluse all'interno degli smartphone, tra queste troviamo anche i vari sistemi di sblocco biometrico. I nuovi lettori di impronte integrati nei display sono sicuramente accattivanti ma saranno altrettanto sicuri? Google sembra volerlo scoprire.

I lettori di impronte integrati nei display sono certamente una delle mode del momento. Produttori lontani dai nostri mercati stanno sperimentando la tecnologia da diverse generazioni ormai mentre in Europa stiamo cominciando appena a scoprire tale innovazione grazie a produttori come OnePlus, Vivo e OPPO.

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Molti smartphone OPPO utilizzano lettori di impronte integrati nel display. / © Oppo

Questi lettori di impronte sono migliori rispetto ai primi modelli arrivati sul mercato ma hanno comunque tutti un punto in comune: si basano su una tecnologia di tipo ottico. Sembra che Google abbia alcuni dubbi riguardo alla sicurezza di tale metodo di sblocco biometrico e pare stia indagando sulla questione per decidere se abilitare l'utilizzo di tali sensori in applicazioni che richiedono maggiore sicurezza (leggasi home banking, pagamenti da smartphone, ecc...). Ad affermarlo è David Ruddock che ha postato la storia arrivata alle sue vigili orecchie durante il CES 2019.

Se Google dovesse trovare questi sensori poco sicuri potrebbe bloccare la cosiddetta "TrustZone" impedendo di fatto di utilizzare tale sistema di autenticazione e forzando gli utenti a ricorrere al vecchio e caro PIN all'interno delle app. Se queste ipotesi dovessero rivelarsi reali potremmo dire addio a molti degli smartphone dotati di lettori di impronte ottici integrati nel display, i produttori dovrebbero ripiegare su altri tipi di tecnologie come gli scanner 3D per il volto e questo rallenterebbe di certo la diffusione della futuristica caratteristica.

Esiste però un'altra alternativa: i lettori di impronte di tipo ultrasonico. Questi sensori, più precisi e accurati, rappresentano una soluzione migliore ma sono anche più costosi. Il maggior produttore sul mercato al momento è Qualcomm. Non c'è da stupirsi che uno dei maggiori clienti per questa tecnologia sia Samsung che intende utilizzarla nel suo nuovo flagship in arrivo, il Galaxy S10, che di certo sarà tutto fuorché economico. 

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Huawei ha già utilizzato sia la tecnologia ottica che quella ultrasonica in passato. / © NextPit

Samsung non è, tuttavia, la prima ad utilizzare i sensori ultrasonici di Qualcomm. Il primo smartphone ad utilizzare tale tecnologia è stato Huawei Mate 20 RS Porsche Design e devo ammettere che non mi ha lasciato stupito per la velocità del riconoscimento che è, anche se di poco, inferiore ai classici lettori di impronte. Speriamo la gamma Galaxy S10 utilizzi una tecnologia migliorata...

Voi utilizzate gli sblocchi con riconoscimento biometrico per comodità o vi affidate ai sempre sicuri PIN?

Fonte: Twitter

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