Google spia 340 volte al giorno la vostra posizione tramite Chrome: e Apple?

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© nextpit

Non è la prima volta che Google viene accusata di raccogliere i dati dei propri utenti in maniera poco chiara e trasparente. L'Unione Europea è già su tutte le furie e vuole far applicare (giustamente) i propri regolamenti comunitari anche al colosso americano delle ricerche. Un nuovo studio rivela come tramite Chrome su Android, l'azienda raccolga 10 volte i dati raccolti da Apple con il suo iPhone e Safari ma pensandoci bene era logico aspettarselo, Google e Apple operano in due modi molto diversi.

Google è nuovamente oggetto di studi e di indagini. Douglas Schmidt, professore alla Vanderbilt University, ha pubblicato un paper in cui ha esaminato la raccolta dati di due dei più grandi giganti della tecnologia: Apple, il cui valore ha da poco raggiunto il triliardo di dollari ($1,000,000,000,000), e per l'appunto Google.

Per la precisione, i dati presentati nel paper trattano il numero di connessioni e dati inviati ai server Google tramite un dispositivo Android dotato di Google Chrome come browser e un iPhone con Safari. Entrambi sono stati valutati durante i periodi di "idle" ovvero quando non attivamente utilizzati. Come è logico aspettarsi il risultato non è a favore del sistema operativo mobile più diffuso al mondo.

Android Chrome send 50 times the amount of user data to Google servers than iOS Safari does
4,4MB al giorno. Ecco quanti dati Google raccoglie da Chrome. / © Douglas Schmidt

Android non è mai stato bravo a mantenere i segreti

Per fare un esempio pratico, lo smartphone Android con Chrome attivo in background ha inviato dei dati riguardo la posizione del dispositivo ben 340 volte nell'arco di 24 ore, circa 14 volte all'ora. Questo significa che Google ottiene dal proprio browser per Android 50 volte i dati in arrivo ai suoi server dagli smartphone Apple. Leggete quest'ultima frase lentamente alcune volte: siete davvero sorpresi?

Voglio dire, stiamo parlando del numero di volte che il browser di Google installato uno smartphone con il sistema operativo di Google si collega ai server di Google confrontato con il numero di volte che uno smartphone Apple con browser Apple si collega ai server di Big G. Non so a voi, ma a me pare scontato che Google riesca ad avere migliore controllo di un sistema che produce da cima a fondo browser compreso. Inoltre chiunque utilizzi Android o Chrome deve accettare le condizioni di utilizzo in cui la raccolta dati è menzionata.

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L'eterna lotta tra il bene ed il male... / © NextPit

Apple non ha bisogno di vendere i vostri dati

"Si però gli iPhone inviano a Apple solo un decimo delle stesse informazioni" direte voi. Come darvi torto? I dati sono in bella vista leggibili nel paper del professor Schmidt in fondo. Ciò che bisogna tenere a mente leggendo questi dati è però la filosofia di fondo dei due giganti hi-tech: Apple non raccoglie i dati per poi migliorare il targeting pubblicitario e guadagnare tramite gli inserzionisti a differenza di Google che guadagna proprio grazie a tale strategia di marketing e quindi ha un vitale bisogno di tali informazioni.

Apple, iOS e gli iPhone non sono più sicuri perché raccolgono meno dati, semplicemente Apple non basa la sua intera strategia sulla raccolta, l'analisi o la vendita delle informazioni degli utenti. Questo non deve essere letta, però, come una scusante per Google. Il numero di dati raccolti è impressionante e non riguarda solo la posizione dei dispositivi. L'azienda dovrebbe rivedere i propri accordi con gli utenti mettendo in evidenza chiaramente i dati raccolti, la frequenza con cui questi vengono inviati ai suoi server. Inoltre dovrebbe dare la possibilità a tutti di poter disattivare tale funzione in maniera veloce e senza ambiguità, cosa che non accade normalmente su Android e che ha già portato Google ad affrontare l'UE.

Cosa ne pensate di tutta questa situazione? Siete preoccupati per i vostri dati personali?

Via: Phone Arena Fonte: DCN

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4 Commenti
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  • 1
    Ilbog 23 ago 2018 Link al commento

    Non ho capito dov'è il problema e lo scandalo: fa parte della politica di Google e dei suoi prodotti, è specificato nel contratto quando si spunta "accetto"...che rilevi la posizione 30 volte o 300 il concetto è lo stesso. I prodotti sono "gratis" in cambio di pubblicità mirata, se non ci sta bene cambiamo. Non ho capito perché un'azienda che ha questo tipo di business dev'essere obbligata a cambiare per la Ue o i governi, che pure quest'ultimi ci spianocome vogliono però va bene così.


  • Fabio Andrea Cortinovis 13
    Fabio Andrea Cortinovis 22 ago 2018 Link al commento

    Secondo me, sta sempre nel valutare benefici/disagi.
    Se oggi ho un navigatore professionale, una ricerca 360 gradi, Facebook. il mondo in mano insomma, nn posso pretendere che il mondo lavori per me gratuitamente, se nn mi sta bene, mi prendo un brondi gsm e fine. Ma si da il caso che pretendiamo di esser alimentati da tutti quei servizi , anche banali, nn vitali a cui nn vogliamo rinunciare, un "prezzo" lo si deve pagare. Altrimenti, scendiamo dal divano, molliamo le cuffie pop corn e coca, ed inventiamoci Google 2.0 !!!

    Luca Zaninello


    • Luca Zaninello 20
      Luca Zaninello 22 ago 2018 Link al commento

      Più che d'accordo :)


    • Simone Costi 21
      Simone Costi 26 ago 2018 Link al commento

      Google potrebbe sempre far pagare i servizi invece che offrirli gratis in cambio di raccolta dati e pubblicità mirata. E cambiare non è sempre un’ opzione: magari mi piace l’ LG G7 per le features che offre ma non mi sta bene l’ idea che Google raccolga i miei dati. Al momento, l’ unica soluzione sarebbe di usare app, servizi, browser e motori di ricerca non creati da Google.

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